“Si entra ‘dentro’, nella pittura densa e pastosa di Claudio Verganti. Per poi farsi risucchiare, affascinare, soggiogare da spatolate di colore che il più delle volte s’incendiano, sgomitano, collidono fra loro.
Squarci di giallo, arancio e ocra illuminano ‘cromoterapeuticamente’ ogni tela. E anche quando a imporsi è l’inchiostro blu della notte, ecco giungere la luce sottoforma di carezze e graffi d’oro.
Altrove, invece, il flusso cromatico si muove sottopelle come nebbia, foschia. Il Segno, in questo caso, cede il passo al Sogno.”

Stefano Bianchi, 2010


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